giovedì 30 settembre 2010

Il padiglione della Svizzera, Expo Shanghai 2010




Il padiglione affianca il ponte sul fiume Huangpu. Questo ponte è la via d’acceso al sito che prevede almeno 2,5 milioni di visitatori. Il team che ne ha permesso la realizzazione è composto da sette persone tra cui Andreas Hunkeler, lo scenografo e Andreas Bründler, l’architetto responsabile. Il padiglione presenta una facciata semitrasparente che produce energia elettrica mediante l'impiego tecnologie solari all'avanguardia ed è in grado di trasformare la radiazione solare in energia. I LED si accendono in quantità, configurazione e tempi variabili in base alla luce disponibile e alla sua intensità proiettano ombre colorate sulla parete retrostante illuminando la facciata. L'idea di base del progetto è quella di un contesto urbano in cui natura e tecnologia, innovazione e sostenibilità funzionano ed interagiscono. La facciata è sospesa da un'altezza di 20 metri ed è costituita da una rete di metallo sulla quale sono fissate 11.000 celle. Riproducendo un modulo ispirato alla mappa della Svizzera, ogni cella contiene una scheda elettronica che alimenta il gioco di luce sulla facciata. Nell’area urbana all’interno del padiglione si trovano un ristorante aperto al pubblico, un negozio e un palcoscenico per rappresentazioni culturali. Una seggiovia porta i visitatori sul tetto coperto di verde del padiglione e simboleggia l’interazione fra città e campagna. Nei circa otto minuti del tragitto in seggiovia, i visitatori passano dalla pesantezza della città alla leggerezza della natura. Il tetto coperto di verde simboleggia le zone rurali in contrapposizione allo spazio interno urbano. Per evitare malintesi, il linguaggio visuale del padiglione è adattato alla simbologia cinese: i princìpi dello yin/yang, il colore rosso, le ellissi che ricordano la cifra 8 (simboleggiante la fortuna). La forma del padiglione è una carta geografica immaginaria, secondo l’ideale dei progettisti: «Le nostre soluzioni possono essere adottate ovunque, ci vuole soltanto un po’ di buona volontà».

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