giovedì 29 aprile 2010

Emporis Skyscraper Award

Con i suoi 250 metri, il grattacielo Aqua, progettato a Chicago da Jeanne Gang dello studio SGA - oltre a essere "il terzo edificio più alto progettato da una donna", rientra ora nel gruppo di opere che, durante gli ultimi dieci anni, hanno ricevuto il premio assegnato da Emporis.com, portale integrato di informazioni su architettura, edilizia e settore immobiliare. Gli Emporis Skyscraper Award vengono attribuiti ai primi classificati nella lista di "giganti" stilata in base al parere di una giuria internazionale di esperti: oltre al Grattacielo dell'Anno, titolo riservato all'edificio con il migliore punteggio, vengono segnalate anche le strutture piazzate al secondo e terzo posto (rispettivamente, Silver e Bronze Award). Nato nel 2000, il riconoscimento destinato a costruzioni alte almeno 100 metri dotate delle opportune caratteristiche di spazialità e funzionalità, promuove l'obiettivo di "puntare i riflettori sugli edifici che rappresentano il meglio della cultura umana. Opere che appagano il nostro senso estetico e la nostra curiosità, esprimendo il desiderio di superare i limiti di ciò che è stato già raggiunto..." . Tra i vincitori delle precedenti edizioni, 30 St Mary Axe, ovvero il "Gherkin" di Norman Foster (2003), e Turning Torso di HSB (2005). I 10 grattacieli del 2009 :

1 - Aqua, Chicago, Stati Uniti
2 -
O14, Dubai, Emirati Arabi Uniti
3 -
The Met, Bangkok, Thailandia
4 -
Torres de Hercules, Los Barrios, Spagna
5 -
Trump International Hotel & Tower, Chicago
6 -
The Red Apple, Rotterdam, Paesi Bassi
7 -
Bank of America Tower, New York City
8 -
Almas Tower, Dubai
9 -
Millennium Tower, San Francisco, Stati Uniti
10 -
William Beaver House, New York City

lunedì 26 aprile 2010

Helsinki blocca Herzog e de Meuron







La costruzione dell'Helsinki Waterfront Hotel, complesso a cinque stelle ideato da Jacques Herzog e Pierre de Meuron, non sarà avviata - almeno per adesso - in seguito alla decisione presa mercoledì 7 aprile dai membri del consiglio municipale della capitale finladese. Nonostante la fama dei due architetti-star e l'appeal dell'opera, hanno prevalso i sostenitori della conservazione, davanti a un'ipotesi percepita come stravolgimento dell'equilibrio tra architetture nel centro storico. Se i consiglieri favorevoli hanno evidenziato la compatibilità del nuovo albergo con il sito di circa 20.000 metri quadrati prescelto - "su cui non sorge nulla che possa essere in seguito rimpianto da qualcuno", i contrari si sono fatti interpreti delle perplessità di molti cittadini, già emerse nel dibattito pubblico, rispetto alla possibilità che l'opera si "sovrapponesse" al contesto. Al contrario, nelle intenzioni dei progettisti, il Waterfront Hotel, composto da un blocco di servizi e attrezzature al piano terra e da 200 camere sul livello superiore, avrebbe dovuto integrarsi con la parte antica di Helsinki, dagli edifici al mare: "La forma è una risposta diretta alla griglia classicista...La croce al piano terra è orientata rispetto alla griglia locale delle strade e alla riva di Katajanokka, mettendo in relazione l'hotel con i suoi dintorni. La croce soprastante è ruotata rispetto alla griglia della città storica, portando alla penisola le forti caratteristiche del centro".

sabato 24 aprile 2010

L'Ara Pacis e il muretto della discordia

Durante la campagna elettorale del 2008 Gianni Alemanno arrivò a definirla «uno sfregio» per la città, promettendo il suo abbattimento una volta eletto sindaco. Poi, divenuto primo cittadino di Roma, propose di smontarla e trasportarla in periferia, previo referendum tra i cittadini. E' di pochi giorni fa la notizia di un compromesso fra Alemanno e Meier. Massimiliano Fuksas promuove l'idea «di liberare l'area togliendo quel muro che oggi impedisce il dialogo tra la città e il fiume». Il "muretto della discordia" che oggi separa l'Ara Pacis dal lungotevere sarà abbattuto, l'area pedonalizzata e sarà creato un parco verde sotto il quale passerà una via di scorrimento e sarà realizzato un parcheggio sotterraneo per 300 posti auto. Un progetto di riassetto urbanistico della zona che già era stato presentato a Walter Veltroni per una realizzazione in project financing dalla Maire (la società che ha realizzato la teca di Meier) e che poi era finito nei cassetti. L'archistar americana ha commentato: «Se avessi saputo che l'area si poteva pedonalizzare, quel muretto non lo avrei mai fatto».

giovedì 22 aprile 2010

Riqualificazione a Tuenno








Il Comune di Tuenno, in provincia di Trento,aveva lanciato un concorso di idee per la riqualificazione dei luoghi centrali dell’abitato, riguardanti Piazza Liberazione, Piazza Alpini, nonché gli spazi pubblici che su detta piazza prospettano. Il concorso, vinto dall'arch. Moreno Giacobazzi prevede la realizzazione di una piazza intesa come spazio di aggregazione, un luogo a misura d'uomo dove l’impatto del traffico veicolare sia ridotto al minimo.

lunedì 19 aprile 2010

Lo SkyView di Stoccolma















E’ stato inaugurato lo scorso 5 febbraio a Stoccolma lo SkyView, una delle più insolite e sorprendenti attrazioni della Svezia, progettata dall’architetto svedese Svante Berg. Due cabinovie sferiche in vetro, definite “le gondole”, conducono lungo la parte esterna del Globe Ericsson - Stockholm Globe Arenas, il più grande edificio sferico al mondo. Le “gondole” hanno un diametro di circa 4,5 metri e possono ospitare fino a 16 persone per il tour della cima dell’Ericsson Globe. Per la costruzione dello SkyView sono stati utilizzati 42.000 kg di acciaio per rinforzare la struttura originale esterna e 70.000 kg di rotaie per il trasporto ferroviario che sono state montate sulla parte esterna della Stockholm Globe Arenas. Le ‘gondole’ di 7.000 kg ciascuna percorrono, nell’arco di circa 16 minuti e ad una velocità di circa 1 metro al secondo, 100 metri raggiungendo un’altezza di 85 metri (130 metri s.l.m.).

venerdì 16 aprile 2010

Maritime Youth House







La Maritime youth house, costruita nel porto di Copenhagen, è un esempio molto significativo della filosofia dei due progettisti, Bjarke Ingels e Julien De Smedt. Lo studio danese PLOT, da loro fondato nel 2001, è stato chiuso nel 2006 dopo cinque anni di fruttuosa collaborazione per ricreare due nuove società di progettazione: JDS architects e BIG - Bjarke Ingels Group. I due partner, pur lavorando separatamente, continuano a supervisionare insieme alcuni progetti di architettura e design. Le loro architetture nascono da un processo alchemico i cui ingredienti fondamentali sono le funzioni convenzionali, come vivere, lavorare, parcheggiare e comprare, rielaborate secondo tre livelli: sociale, economico ed ecologico. Come racconta Julien De Smedt: «pensiamo sempre a tutti i tipi di persone che potrebbero trarre beneficio dal nostro lavoro, poi inseriamo questi dati nel programma della committenza, perché esigenze contrastanti ti costringono ad andare oltre a ciò che normalmente faresti, a fare in modo che il sito si apra a possibilità inaspettate». Il loro lavoro, quindi, prende forma a partire da una trama di esigenze sociali, per arrivare a delineare una soluzione architettonica che, a sua volta, sia in grado di generare nuove occasioni di incontro e di aggregazione. Fino a cento anni fa, l'area su cui sorge la Maritime Youth House faceva parte della zona industriale a est della città, in origine passava lì un canale di scolo di acque inquinate verso il mare. A partire dagli anni '20, venne usata come area ricreativa e, successivamente, fu trasformata in parco pubblico. Alla fine degli anni '90, in seguito alla richiesta da parte della popolazione, la municipalità di Copenhagen decide di pianificare la costruzione sul mare di una struttura a uso pubblico che potesse ospitare un centro ricreativo per i bambini insieme alla sezione giovanile del club nautico Sundbay e, nel 2002, indice un concorso di idee a inviti in cui la proposta dello studio PLOT risulta vincente. Nel descrivere la nascita del loro progetto, gli architetti stessi fanno notare che «un terzo del budget era destinato alla bonifica del suolo inquinato. Coprendo il sito con una pavimentazione di legno sollevata dal suolo, si è potuto lasciare il terreno dov'era e investire i fondi risparmiati per la bonifica nella costruzione dell'edificio».Le esigenze funzionali nascevano da due tipologie di utenze molto diverse e conflittuali: un club nautico e un centro giovanile per il doposcuola e il gioco di ragazzi con problemi familiari. Il centro giovanile richiedeva uno spazio aperto per il gioco, oltre ad alcuni ambienti coperti; il club nautico aveva la necessità di destinare la maggior parte dello spazio al rimessaggio delle barche, senza interferenze da parte di utenti esterni. Gli architetti, lungi dal farsi intimorire da quello che poteva apparire un problema senza soluzione, trovano la forza e la coerenza del progetto proprio dalla tensione tra le due diverse richieste; «due gruppi che agiscono in senso contrastante creano un design aperto» dice Bjarke Ingels. Il “design aperto” prende così forma con una sorta di grande onda di legno, sotto la quale trovano riparo le barche e dove sono sistemati i locali comuni per il centro giovanile. Una grande terrazza si solleva sinuosamente verso l'entroterra, scende a creare un cortile aperto e si incurva verso il mare, diventando una piattaforma con vista sul porto: non un edificio o una struttura, ma un paesaggio artificiale creato da legno, calcestruzzo e acciaio e animato dal movimento delle barche che escono dal porto e dalle voci dei bambini che giocano sopra il grande carapace di legno. Nell'edificio a ovest, rivolto verso la strada di accesso, trovano spazio gli ambienti di servizio del centro giovanile: deposito delle barche, spogliatoi, il laboratorio e una cucina. Tutti gli ambienti sono in diretta comunicazione con l'esterno attraverso grandi porte finestre che si aprono verso il rimessaggio delle barche e la corte interna in base alla loro destinazione d'uso.Il corpo a L a ridosso della costa è utilizzato sia dal club nautico che dal centro giovanile: al club nautico è destinato un ambiente aperto verso il porto, mentre la grande sala comune viene usata dai ragazzi del centro giovanile come ambiente polifunzionale. Anche qui, gli spazi si aprono verso l'esterno con grandi porte finestre e le pareti vetrate regalano una vista continua verso il mare. Il pontile di attracco si trova nei pressi dell'accesso dalla strada per consentirne l'uso da parte dei membri del club senza attraversare il cortile comune. Le barche vengono stivate al di sotto della terrazza di legno e all'aperto, vicino all'ingresso. La copertura di entrambi gli edifici è un grande pavimento rivestito di doghe di legno che si curva verso il basso con rampe e scale, trasformando il tetto in un tutt'uno con il pavimento del cortile interno. La struttura portante è di calcestruzzo armato con rivestimento di pannelli di alluminio. L'interno è molto semplice: nel corpo a L, la scelta dei materiali e lo studio dei dettagli sono più affinati che nella parte destinata a laboratorio e magazzino, i pavimenti sono in getto di calcestruzzo bianco di Alborg, lisciato e impastato con inerti bianchi. Nel laboratorio, invece, il pavimento è un semplice getto di calcestruzzo grigio. Come i progettisti stessi spiegano, «l'uso di materiali duri all'interno riesce a contrastare con il legno della terrazza, al contrario di quello che si fa comunemente (interno di legno, calcestruzzo e asfalto all'esterno). Questa scelta riflette il predominio delle attività all'aperto del centro giovanile». Il progetto della Maritime Youth House, mediante le scelte tecnologiche e lo studio di forme e materiali, riesce a: guidare e trasformare in architettura le energie e le intenzioni presenti nelle forze sociali, politiche e commerciali della città, formulare una trama che unisca questi elementi per restituire alla collettività una forma, un paesaggio, un luogo aperto a nuove possibilità.
L'onda di legno è una struttura sinuosa, in cui il pavimento della terrazza e la copertura dei due blocchi divengono un unico percorso verso il mare, riesce a far convivere due funzioni in larga misura divergenti. Le modalità costruttive sono semplici: a solette di calcestruzzo armato, lasciate a vista negli ambienti interni, vengono sovrapposti opportuni strati isolanti e una pavimentazione soprelevata di listoni di legno di Massaranduba. Le doghe sono agganciate a una sottostruttura metallica e piedini regolabili di acciaio permettono alla finitura superiore di adattarsi alle pendenze richieste. Con lo stesso materiale è rivestita anche la fascia di coronamento nella parte superiore della facciata che serve a mimetizzare l'illuminazione esterna.Una ringhiera di acciaio inossidabile profila tutte le parti esterne e le rende atte a essere utilizzate interamente; è composta da telai con montanti piatti, corrimani di profili tubolari e da una pannellatura di rete d'acciaio a maglia romboidale fissata meccanicamente ai montanti con viti e tiranti. L'interno, data anche la funzione che ospita, è rifinito solo con calcestruzzo bianco di Alborg, lisciato e impastato con inerti bianchi, le pareti sono intonacate e verniciate. I serramenti sono di alluminio, posizionati sul filo esterno e posti in opera al di sotto del livello del pavimento per accentuare la continuità della facciata di vetro. Uno scuretto lungo tutte le pareti perimetrali enfatizza poi il contrasto fra il legno a terra e le superfici verticali trasparenti.

giovedì 15 aprile 2010

Un elegante salotto cittadino in via Monte Napoleone





In questi giorni chi è a Milano può assistere al meraviglioso spettacolo creato da 200 lampade giganti, interamente realizzate in Lino Europeo. Un progetto esclusivo ideato e organizzato da Celc (Masters of Linen) che, per questa seconda edizione, presenterà una duplice creatività. 150 lanterne saranno declinate nella palette cromatica delle tendenze Linen Directions P/E 2010 Rinascimento, mentre le altre 50 saranno interpretate e personalizzate da altrettante firme della moda e del design utilizzando la tela di lino bianco.

Camparativo alla Triennale






In occasione della Settimana del Design, viene inaugurato a Milano un nuovo spazio perfetto per il momento dell’aperitivo: il Camparitivo in Triennale, il bar, progettato dall’architetto Matteo Ragni presso il museo della Triennale. Uno spazio, immerso nel Parco Sempione, che viene interamente dedicato al Camparisoda. Ragni ha progettato per l'occasione arredi e complementi che rispondono a esigenze di funzionalità e accessibilità ma che ben si sposano ai canoni estetici di Camparisoda, sottolineandone l'immaginario forte e coerente evocato dall'aperitivo monodose.
Il Camparitivo in Triennale è luogo di riflessi e riflessioni, comunicati attraverso l'uso di specchi che ricoprirono i lati delle colonne che guardano il Parco Sempione. Nell'ambiente bar convivono con ordine ed equilibrio gli arredi: la sedia Camparina, modellata per essere la sedia perfetta dell'aperitivo veloce. Prodotta da Plank é rossa, naturalmente.
La luce di Camparisoda è Fortunata. La lampada che Matteo Ragni ha disegnato giocando con i triangoli con cui Depero ha inventato la forma di Camparisoda, li capovolge, li piega e li unisce. Realizzata da Danese, Fortunata illuminerà il bancone e i tavoli del Camparitivo in Triennale. Per scoprire l'universo Camparisoda e vedere un futuro meraviglioso, Matteo Ragni dispone dieci telescopi, dieci installazioni permanenti sotto il portico della Triennale di Milano, che scrutano i valori fondanti del marchio, quelli della natura umana, per scoprire gli scenari futuri.

mercoledì 14 aprile 2010

Un auditorium per Ravello












Inaugurato il nuovo auditorium nato dal progetto preliminare che Oscar Niemeyer ha regalato alla collettività. L'edificio è stato suddiviso in tre blocchi, funzione anche dei relativi giunti strutturali di dilatazione. Il primo blocco è l'auditorium, il secondo è quello del parcheggio con la piazza superiore, mentre il terzo è quello denominato edificio d'appoggio.

L’AUDITORIUM Sistema Vetrata Nord.

Nel progetto definitivo per la grande parete vetrata che separa la piazza dalla sala, era prevista una doppia pelle in vetro con camera d'aria da 20 cm di spessore. In sede di esecutivo, anche per adeguare il progetto alle nuove normative sulle dispersioni termiche, si è prevista una intercapedine tra vetri da 60 cm con circolazione d'aria all'interno. Per sostenere questa doppia pelle in vetro è stata inserita una struttura metallica a doppio pilastro che collabora anche al sostegno dello sbalzo, mediante tirantatura con trefoli in acciaio. Per la geometria della vetrata si era partiti da una scansione il più possibile rigorosa e razionale, che forniva la massima visibilità dall’interno e contemporaneamente il minimo impatto visivo dall’esterno per approdare poi, su indicazione del maestro Niemeyer, ad un curtain wall di vetro con riquadri posti a quarantacinque gradi e superficie vetrata esterna dall’aspetto scuro e speculare tale da occultare la vista dell’interno e far esaltare la purezza della linea curva della volta. Soluzione adottata dal maestro in molte altre opere come al Museo O. Niemeyer a Curitiba o al Teatro Popular de Niterói.
Platea

La platea della Sala è formata da 10 gradoni per un totale di 400 posti compresi i 4 posti per i disabili. Per i 396 posti che compongono la platea la Frau ha messo in produzione delle poltrone disegnate da Niemeyer esclusivamente per questa sala . L'ultimo livello della platea, ospita anche gli spazi funzionali al controllo degli spettacoli: regia audio e video, cabine traduzioni, regia luci.

Palco

La sala è a scena aperta con il palco al centro dalla particolare geometria a parabola. Quest’ultimo sia architettonicamente che funzionalmente aumenta l'idea di spazio continuo: infatti il palco è concepito in modo tale da potere assumere diverse configurazioni altimetriche (piano o a differenti gradoni). Ma la più importante potenzialità che offre è quella di portarsi sempre, attraverso un sistema di movimentazione idraulico, alla stessa quota della piazza, ovvero dell'ingresso all'Auditorium, rendendo il Foyer un unico grande spazio sfruttabile per grandi eventi come conventions, mostre e per grandi spettacoli di teatro o di balletto. Questa nuova concezione dello spazio del palco e del Foyer attribuiscono all'Auditorium una potenzialità unica e una forza architettonica ineguagliabile.

Pannelli acustici sospesi

Per l'auditorium è stata realizzata un'avanzata analisi acustica dell'ambiente nella quale si sono simulate con maggior dettaglio, rispetto alla relazione prodotta in fase di proposta migliorativa, sia le geometrie della sala che i materiali di rivestimento interno. Ciò ha consentito di verificare le ipotesi del definitivo e di proporre le soluzioni dell'esecutivo. In particolare è stato prodotto un sistema mobile di pannelli riflettenti in metacrilato ondulato posizionati sulla copertura della platea e ai lati della stessa.

Rivestimento acustico parete sud

Al fine di integrare le unità di fono assorbimento necessarie per particolari usi della sala, sono state progettate delle finestrature sulla parete lato Sud che mettono in comunicazione la sala con un sistema fonoassorbente contenuto nell'intercapedine retrostante la parete a vista. L'intercapedine, profonda circa 15 cm, è riempita da una stratificazione di materiale in fibra di vetro che realizza, mediante una transizione graduale della resistività, un coefficiente di assorbimento prossimo all'unità a banda larga. Una chiusura con densità superficiale di circa 30 kg/m2, in compensato stratificato o MDF ad alta densità (spessore circa 4,5 cm), scorre parallelamente alla parete chiudendo la finestratura, per escludere questi contributi di unità di fonoassorbimento in occasione dell'uso come sala da concerto. Sulla parte esterna delle chiusure scorrevoli parallelamente alle pareti sono montati elementi diffondenti che aggettano fino a 5 cm. Quando la porta è chiusa è prevalente solo la diffusione. Quando è aperta esiste sia la diffusione sia l'incremento di assorbimento. Il miglioramento del campo riflesso laterale iniziale è stato conseguito collocando delle superfici riflettenti lungo le gradinate estreme dell'area occupata dal pubblico. La loro altezza è in media 2,5m rispetto al livello locale della gradinata. Queste superfici, principalmente riflettenti, sono orientate in modo che il suono diretto proveniente dal palcoscenico sia indirizzato verso l'area centrale dell'uditorio, altrimenti scarsamente servita di riflessioni laterali iniziali. Uno scopo analogo hanno i riflettori a lieve convessità collocati in alto sulle pareti laterali in cima alle due gradinate estreme.

Controsoffittatura sala auditorium

La natura acustica della volta è descritta brevemente qui di seguito: parti di impianti tecnici sono collocate al di sotto del livello minimo delle travi curvilinee a sostegno della copertura dell'auditorium. Sulla superficie in cartongesso che guarda l'intercapedine è collocato uno strato poroso spesso 30 mm (in fibra di vetro o di roccia). Al di sotto del controsoffitto in cartongesso è sospesa una ulteriore controsoffittatura con una intercapedine di 20 cm. Questo è il trattamento principale della volta destinato specificamente al controllo della qualità del suono nella sala sottostante. E' costituito da doghe in legno forate tipo TOPAKUSTIK 9/2M per un'area totale di circa 350 m2 complementate da doghe in legno rigate di analoga apparenza, prive di forature e con uno spessore di circa 20-25 mm ( tipo REFLECTOR della stessa casa produttrice). L'area totale del dogato non forato complementa quella in TOPAKUSTIK 9/2M fino al completamento della superficie della volta. Per il funzionamento acustico desiderato di questo sistema fonoassorbente uno strato poroso spesso ? 30 mm (lana di vetro 20-50 kg/m3) è steso al di sopra delle pannellature. Le doghe seguono il profilo interno della copertura della sala per cui la loro disposizione è con le rigature nella direzione trasversale dell'auditorium (parallelamente alle file di poltrone). Si è ritenuta importante una distribuzione a scacchiera con caselle rettangolari. La disposizione delle caselle dei due tipi è stata casualizzata in un certo grado per migliorare la diffusione generale del suono rinviato dalla volta.

LA PIAZZA E IL PARCHEGGIO SOTTOSTANTE

La grande piazza posta tra il volume dell’auditorium e quello dell’edificio di appoggio costituisce non solo il tessuto connettivo tra le varie funzioni ma si connota come spazio dotato di propria qualita’ grazie alla sua conformazione di terrazza belvedere e di accesso privilegiato all’auditorium. L’illuminazione della piazza è affidata a corpi illuminanti per esterni tipo area della Santa & Cole da un lato mentre dall’altro è il corrimano stesso della balaustra in acciaio a contenere sistemi a led che contribuiscono a garantire un’illuminazione omogenea dello spazio L’EDIFICIO DI APPOGGIO EDIFICIO

Sulla estremità opposta del lotto troviamo il corpo di fabbrica denominato edificio di appoggio. Dai due livelli sottostanti dei parcheggi attraverso una scala interna si accede quindi all’edificio di appoggio in cui sono situati una biglietteria/bookshop ed un bar . E’ questa la prima tappa del visitatore che si avvicina all’ auditorium dall’area parcheggi. Da qui infatti si accede alla Piazza centrale che costituisce il punto migliore da cui è possibile godere del primo spettacolo, cioè la vista dell’auditorium oltre che del meraviglioso panorama. Tutto come lo aveva immaginato e descritto Niemeyer quando regalò, ormai nel lontano 2000, questo meraviglioso progetto al Comune di Ravello ed alla comunità internazionale.

domenica 11 aprile 2010

La casa alveare






Nel 2003 la Slovenia Housing Fond indice un concorso nazionale per la realizzazione di alcuni edifici residenziali a basso costo nella città di Izola sulle coste slovene del Mar Adriatico. Il progetto vincitore risulta essere quello degli OFIS.
Il progetto, premiato per l'originalità dell'impianto e la massima flessibilità degli spazi interni, si caratterizza per l'estrema economicità delle soluzioni architettoniche. Le due palazzine residenziali realizzate, sono caratterizzate da cinque piani fuori terra e sono posizionate su di un promontorio prospiciente la baia di Izola e circondato da colline. Le scelte stilistiche che caratterizzano il complesso residenziale sono state fortemente determinate dal contesto naturalistico circostante e dalla posizione panoramica del sito. La maglia strutturale è costituita da travi e pilastri in calcestruzzo armato ed è stata appositamente studiata in modo da non vincolare la distribuzione interna degli alloggi e massimizzarne la flessibilità organizzativa. I pilastri infatti sono stati collocati in corrispondenza dei muri perimetrali, così da lasciare completamente libera la pianta interna e contestualmente fornire un sostegno al complesso sistema di logge della facciata. Tutti gli appartamenti sono organizzati con attenzione e razionalità per ottimizzare la fruizione dello spazio interno e sono arredati in modo sobrio ed essenziale in accordo con gli standard abitativi sloveni. Le zone giorno e le camere da letto sono collocate a ridosso delle facciate, per permettere agli utenti di godere la vista del paesaggio circostante marino o collinare a seconda dell' esposizione, mentre asole tecniche e locali di servizio occupano la parte più interna a ridosso del corridoio distributivo. La ricerca della flessibilità abitativa diviene il filo conduttore del progetto interno degli alloggi e ne determina conseguentemente anche le scelte distributive e tipologiche. Il tema è declinato in modo sapiente attraverso l'adozione di sistemi di pannellature scorrevoli che permettono di modificare gli spazi in funzione delle esigenze dei singoli fruitori. La vivacità e variabilità degli spazi si riflette fortemente in facciata, caricando il progetto di grande originalità. Indubbiamente è questo l'elemento decisivo che connota l'intero progetto. I due fronti principali delle palazzine sono pensati come un sistema di logge e aggetti tridimensionali perfettamente integrati alla verticalità dell'edificio al quale conferiscono un'intensa plasticità. Il disegno è stato messo a punto attraverso alcune suggestioni derivanti dal contesto edilizio e naturale in cui si colloca lintervento. Da un lato, il progetto propone una rilettura in chiave architettonica della struttura geometrica degli alveari delle api e delle relative arnie adottate dai numerosi apicoltori localizzati nellentroterra; dall'altro, evoca il vivace contesto edilizio della cittadina dove nel centro storico sono osservabili numerosi interventi di personalizzazione di balconi e facciate, operati nel tempo, mediante tende colorate e pannellature sgargianti. Ciascuna loggia è stata pensata come una struttura metallica indipendente e autoportante appesa al fronte, come fosse una scatola. Tutte le unità sono dotate di una veranda che fornisce uno spazio esterno, privato, completamente fruibile e all'occorrenza integrabile nell'alloggio. La struttura prismatica dell'aggetto è stata progettata per ottimizzarne l'uso, infatti ciascun elemento è condiviso, nella massima privacy da due appartamenti posti uno sopra laltro. Se l'appartamento superiore infatti può godere del balcone vero e proprio, quello inferiore nello stesso punto sfrutta l'aggetto per integrarvi il sistema di ombreggiamento scorrevole. Il complesso gioco degli aggetti della facciata è pensato per assicurare spazi privati al riparo da occhi indiscreti, grazie alla posizione alternata e sfalsata sia in orizzontale che in verticale in prospetto. La motilità della tenda da sole permette di modificare continuamente la vista dallinterno degli alloggi verso il contesto, come se la loggia fungesse da grande zoom ottico. Nel contempo il gioco cromatico delle tende contribuisce a connotare e personalizzare i singoli alloggi non solo dallesterno, dando una immediata riconoscibilità agli utenti del proprio appartamento, ma anche dall'interno, creando suggestive atmosfere colorate.


venerdì 9 aprile 2010

Casa della Cultura e dell'Arte,Zaha Hadid



I contorni delle pareti rocciose, che racchiudono il più celebre sito archeologico giordano, rivivranno in un luogo dedicato alla pratica e all'apprendimento di musica, danza e teatro: lo scorso 23 febbraio, in occasione della presentazione dei primi elaborati di progetto della "Casa della Cultura e dell'Arte" ideata ad Amman , Zaha Hadid ha sottolineato che la struttura sarà il prodotto di una sintesi plastica, modellata sui processi che, nelle alture di Petra, hanno disegnato "gli strati dei sedimenti lungo le linee fluide dell'erosione". Il centro culturale, intitolato a Re Abdullah II comprenderà una sala concerti da 1600 posti, un teatro più piccolo (400 spettatori), un centro didattico, sale prove e spazi espositivi. All'esterno, si relazionerà con il contesto urbano attraverso una grande piazza "creata facendo sorrere verso est la massa dell'edificio" , mentre un sottopasso consentirà ai pedoni di superare la barriera costituita dalle arterie di traffico che circondano il lotto. Zaha Hadid Architects aveva vinto il concorso internazionale nel giugno 2008 battendo Snøhetta, Atelier Christian de Portzamparc, Delugan Meissl, Henning Larsens Tegnestue e Kerry Architects Hill.

sabato 3 aprile 2010

Maison NW: un'esplosione di colori.





















L’architetto Nathalie Wolberg è la proprietaria e ideatrice di questa casa-studio decisamente insolita, vicino a Parigi. Una casa su tre livelli caratterizzata da effetti di luce spettacolari, alcuni ambienti risultano davvero unici: la zona relax è costituita da una rete sospesa, come un’enorme amaca; una camera da letto con angolo studio evoca un mondo quasi fiabesco, fatto di scivoli e di giochi; le scale prive di corrimano; pareti e arredi insolitamente inclinati concorrono a rendere speciale tutto l’ambiente.