venerdì 29 ottobre 2010

Nuova sede uffici a Terranuova Bracciolini




Una vera e propria “macchina bioclimatica”: così si può definire il progetto vincitore della gara internazionale indetta dall'azienda Centro Servizi Ambiente Impianti S.p.A. per la progettazione della nuova sede uffici a Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, vinto dal raggruppamento composto da Ai Engineering S.r.l. (capogruppo mandatario), Ai Studio, Iotti + Pavarani Architetti e il giovane professionista arch. Alessio Bernardelli. La richiesta del concorso, un edificio basato su principi di sostenibilità ambientale e di elevata efficienza energetica, è stata pienamente rispettata dalla proposta progettuale del raggruppamento, dove Iotti + Pavarani Architetti si sono occupati della parte architettonica e Ai Engineering S.r.l. di quella impiantistica e strutturale. Il progetto assume l'eccezionale geografia dell'area come condizione irripetibile e ponendo al centro dell'impegno progettuale il rapporto tra Architettura e Paesaggio. L'edificio per uffici e servizi verrà a definire il nuovo bordo dell'impianto di “casa Rota”, ponendosi quale interfaccia comunicativa tra azienda e territorio: la nuova architettura mette l'uomo e le sue molteplici relazioni col luogo fisico al centro del processo progettuale. Il concept del progetto nasce dalla ricerca di un punto di equilibrio tra opposti (leggerezza/massività, apertura/chiusura, dinamismo/staticità) capace di un efficace inserimento della nuova architettura nel contesto, mirato a coniugare la necessità di una continuità della collina erbosa al contorno con quella di creare un punto di gravità nel nuovo spazio di lavoro. Volume puro, dunque, essenziale, dato da parallelepipedi distesi sul piano che sanno intessere rimandi e relazioni visive non solo al tema dei terrazzamenti e degli argini, ma anche con la tipologia dei complessi rurali e degli spazi aperti al contorno. La continuità fisica e percettiva tra tali ambiti a verde e la grande galleria centrale, inondata di luce naturale e abitata da presenze arboree e vegetali, costituisce il fulcro del progetto e l'idea fondativa dello stesso. Questo “cuore verde”, ideale estensione e fusione del paesaggio naturale esterno con quello più controllato dell'interno, rappresenta la natura, centro di interesse della politica ambientale di CSAI.

mercoledì 27 ottobre 2010

Laurea honoris causa a Wim Wenders

La Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Catania - con sede a Siracusa - ha conferito la laurea specialistica honoris causa a Wim Wenders, il celebre regista tedesco che del rapporto tra cinema città e paesaggio ha fatto uno dei cardini della sua opera. La cerimonia si è conclusa con una lectio doctoralis di Wenders, preceduta da una presentazione del Rettore Antonino Recca e da una laudatio di Carlo Truppi, Ordinario di Progettazione ambientale e promotore dell’iniziativa, che rinnova il rapporto privilegiato tra il regista e la terra siciliana, già set del suo film Palermo Shooting.

lunedì 25 ottobre 2010

Gibellina, consacrata la chiesa di Quaroni




Il 28 marzo è stata consacrata la chiesa Madre di Gibellina Nuova ( Trapani) progettata da Quaroni e Anversa. Il progetto iniziato nel 1970 presenta un'aula quadrata e un abside sferico. La realizzazione dell'opera è stata suddivisa in due lotti. Il primo per il corpo centrale dell'aula con abside, la residenza parrocchiale e l'anfiteatro, iniziato nel 1985 e concluso due anni dopo. L'edificio è stato ruotato di 90°, l'abside è stato appesantito, per la struttura, con il rivestimento di mosaico azzurro. Il completamento interno dell'aula è la sistemazione del sagrato sono state completate dopo il 2000. Nel 1994 è crollata la copertura a causa di una minore quantità e dimensione dei ferri usati rispetto ai calcoli strutturali. Nel 2002 il Genio Civile di Trapani è stato incarcato di completare l'opera realizzando una nuova copertura con struttura a traliccio di metallo e di terminare gli spazi esterni e l'aula con il nuovo altare. Nella chiesa è stato ricollocato il crocifisso del 400 e la campana di bronzo ritrovati tra la macerie del sisma che aveva raso al suolo la città.

venerdì 22 ottobre 2010

Il padiglione dell'Arabia Saudita, Expo Shanghai 2010

Il padiglione espositivo dell’Arabia Saudita è il più grande tra i padiglioni presentati per l’Expo con un’estensione di circa 7600 metri quadrati, secondo solo al padiglione cinese in termini di grandezza. Sul tetto dell’edificio sono stati piantati 150 alberi di palme da dattero, tipica vegetazione del deserto arabico e tra gli alberi più antichi del mondo, trasportati direttamente dalla nazione saudita e sfruttati soprattutto per la vasta zona di ombra che riescono a proiettare. Tra di essi è stata collocata una tenda tradizionale beduina per la prima accoglienza dei visitatori. La scelta di questo allestimento è da considerarsi assai problematica a causa della difficile condizione climatica della Cina, caratterizzata prevalentemente dal clima torrido e dall’alto tasso di umidità. La rampa d’accesso presenta nella prima sezione una riproposizione della storica Via della Seta. La forma esterna si presenta come quella di una grande barca e tutt’attorno si sviluppa una riproposizione del tipico paesaggio dell’Arabia Saudita tra deserti e mari. Il primo piano si sviluppa come un vasto giardino con alberi cinesi e sauditi in crescita, simbolo dello stretto rapporto di amicizia sviluppato tra i due paesi in legame con la tematica centrale dell’Expo. Attrazione principale del padiglione è un’enorme schermo cinematografico 3D, il più grande attualmente presente al mondo, posizionato all’interno di una piazza di 1600 metri quadrati di estensione e che darà vita a innumerevoli spettacoli per tutte le fasce d’età. Al di fuori della struttura, in un’area di 2000 metri quadrati, è possibile assistere agli spettacoli giornalieri dei 50 ballerini provenienti dall’Arabia Saudita. Tele progetto, la cui realizzazione ha visto lo sforzo congiunto di designer cinesi e sauditi, risulterebbe essere quello più costoso finora realizzato all’Expo, degno della nazione che ne ha voluto la realizzazione.

lunedì 18 ottobre 2010

Il padiglione della Cina, Expo Shanghai 2010



Il padiglione nazionale della Cina è costituito da due sezioni: il Padiglione cinese e il Padiglione collettivo delle province cinesi. Su una superficie di160.126 mq, di cui 9.005 in aggetto, è divisa in 106.874 mq fuori terra e 53.252 mq interrati. Entrambi gli edifici sono edifici chiave dell'Esposizione Universale e fanno parte delle strutture permanenti che resteranno anche dopo l'evento. Il Padiglione cinese rielabora il tema "Better city, better life" ha come soggetto la saggezza antica del popolo cinese nello sviluppo urbano. Il Padiglione collettivo delle province cinesi accoglie 31 unità territoriali fra province, comuni alle dirette dipendenze del governo centrale e regioni autonome che mettono in mostra le loro caratteristiche più interessanti in termini di sviluppo urbano. Al termine dell'Expo il Padiglione cinese sarà utilizzato come spazio espositivo della storia, della cultura e dell'arte cinese, mentre il Padiglione provinciale sarà trasformato in un centro esposizioni convenzionale.

venerdì 15 ottobre 2010

Il padiglione dell'Italia, Expo Shanghai 2010





Il progetto presentato all'Expo 2010 da Giampaolo Imbrighi, architetto romano e docente all'Università di Roma "Sapienza", ha aderito più di ogni altro ai requisiti fissati dal bando di gara, motivo per il quale la sua proposta si è rivelata vincitrice. La coerenza con la tematica dell’Expo vede da un lato l’illustrazione dei valori culturali italiani in termini contemporanei e, dall’altro, si propongono soluzioni originali sia sul piano tecnologico, per rispettare l’imperativo della eco-compatibilità, che sul piano strutturale, per soddisfare l’esigenza di essere eventualmente smontato e ricostruito in dimensione anche ridotta in un’altra area della città.L’opera italiana offre un originale riferimento a concetti e tradizioni della Cina. Infatti l’omaggio alla nazione è dato da un’interpretazione in chiave architettonica dei giochi cinesi delle costruzioni e dello shanghai a cui si lega un edificio dal tipico modello del tessuto urbano italiano, coerente al tema “La città italiana”.Il padiglione si presenta a pianta quadrata con un’estensione di circa 3.600 metri quadrati e un’altezza di 18 metri. La struttura è divisa in più corpi di dimensioni diverse e irregolari collegati tra loro da strutture-ponte in acciaio che lasciano intravedere i ballatoi di collegamento. L’edificio è circondato su tre lati da un rivolo d’acqua che ne riflette la propria immagine, esaltando gli effetti luminosi naturali. La luminosità della struttura è riproposta anche all’interno non soltanto attraverso delle feritoie, che evocano gli stretti vicoli tra i palazzi delle città, ma anche grazie all’impiego di cemento trasparente, un materiale poliedrico di recente creazione e di straordinario impiego.La superficie del padiglione appare in parte diafana e in parte trasparente con facciate formate da cristalli autopulenti. Gli elementi fotovoltaici integrati nei vetri delle coperture esterne garantiscono un effetto coprente dalle radiazioni, mentre il progetto illuminotecnico dell’edificio mira non soltanto scandire gli spazi, ma anche a favorire il risparmio energetico.

mercoledì 13 ottobre 2010

Caminetti di design

Pur vivendo in una città calda amo il camino in casa, bellissimo elemento di arredo oltre che funzionale. Alla ricerca di biocaminetti mi sono imbattuta in queste immagini, camini che sembrano sculture, assolutamente scenografici ed innovativi. Cosa ne pensate?








( sito Biofireplace)

lunedì 11 ottobre 2010

La cabinovia più innovativa del mondo







Sulla montagna di Gaislachkogl a Sölden sono state costruite la cabinovia a una corda più potente del mondo oltre ad una nuova cabinovia a 3 corde. Entreranno in funzione a Dicembre 2010 e raggiungeranno i 3.000 metri di quota. La cabinovia, costruita dalla ditta Doppelmayr, con un design all'avanguardia a basso impatto ambientale, dalle caratteristiche tecniche innovative. Il primo tratto fino alla stazione intermedia è servito da una cabinovia a una corda. Il viaggio verso la vetta prosegue su una cabinovia a 3 corde fisse. I nuovi impianti garantiranno una consistente portata oraria, che dalle 1.800 persone del vecchio impianto verrà aumentata a 3.600. Architettura dalle dimensioni straordinarie, massima attenzione a sicurezza, comfort e notevole aumento della portata: a Sölden si è voluto porre l'accento anche sul design della struttura. Lo studio di architettura Johann Obermoser di Innsbruck ha progettato per la stazione a valle un gigantesco scheletro di acciaio che avvolge tutto il corpo centrale. Tale costruzione futuristica è stata avvolta da una foglia trasparente di materiale plastico. In questo modo l'impatto ambientale è stato ridotto al minimo. Anche la stazione intermedia e quella a monte seguono la stessa impostazione. Nella stazione a monte, posta a 2.174 metri si apre una grande finestra di 190 m², che permetterà di ammirare il panorama sulle 260 vette della vallata dell'Ötztal, che superano i 3.000 metri di quota. Anche i piloni sono stati riposizionati e ridotti in numero rispetto alla soluzione precedente, sempre al fine di migliorare l'impatto ambientale sul paesaggio.

venerdì 8 ottobre 2010

La Defense


A causa della crisi non sarà realizzato il grattacielo di Jean Nouvel. L'Etablissement public pour l'amènagement de la Defense (Epad) non è riuscito a reperire i 600 milioni necessari per la costruzione della Tour Signal. Quest'opera, che avrebbe dovuto essere terminata nel 2013, rappresentava il fulcro del piano di rinnovamento del quartiere lanciato nel 2006 dall'allora capo dell'Epad Sarkozy. Era prevista la costruzione ex novo o da operazioni di demolizione e ricostruzione di 450.000mq di uffici e di 100.000 mq di abitazioni entro il 2015.

Sorte diversa per il progetto di Norman Foster, le due torri gemelle Hermitage, 91 piani per un'altezza di 323 metri, uno in meno della Tou Eiffel per non entrare in conflitto, 250.000 mq tra uffici, 540 appartamenti di lusso, sala concerti da 1.300 posti, galleria d'arte, hotel a 5 stelle e 5 ristoranti. Secondo le previsioni con un investimento di 2 miliardi di euro l'opera verrà realizzata nel 2016 (inizialmente la sua realizzazione era prevista per il 2013)

lunedì 4 ottobre 2010

Jellyfish Theatre




Il "Jellyfish Theatre", ovvero la proposta di uno spazio temporaneo per rappresentazioni, realizzato al centro della capitale inglese con materiali di risulta e componenti donati da imprese del settore edilizio: l'iniziativa - quasi una provocazione a "pochi passi dal cantiere dell'atteso edificio più alto d'Europa, The Shard" - ha coinvolto un nutrito gruppo di volontari nell'ambito del progetto teatrale Oikos, "combinazione sui generis di arte creata dal pubblico, architettura e spettacolo, che valuta come una nuova società sostenibile possa progredire in un mondo alterato dai cambiamenti climatici". La struttura da 120 posti portata a termine il 25 agosto nel distretto di Southwark, si basa su uno schema elaborato da Folke Köbberling e Martin Kaltwasser, attivi tra Berlino e Los Angeles con architetture, installazioni e ricerche sperimentali incentrate sul recupero delle risorse e la riduzione delle emissioni. L'auditorium deriva da "un assemblaggio irregolare e dalla sovrapposizione di rivestimenti di pannelli di fibra a media densità, residui di truciolato, cartelloni di compensato grezzo e pannelli scenografici verniciati. La facciata curva è ripartita in fasce che seguono un andamento quasi orizzontale, mentre sul retro si trovano tentacoli di medusa [in inglese jellyfish, ndr] fatti con pallet di legno e assi seghettate". La costruzione, che ha comunque richiesto alcuni aggiustamenti per garantire la risposta statica e la sicurezza antincendio, si è svolta nell'arco di nove settimane, con l'impiego di 800 pallet e 750 metri quadrati di compensato. L'opera sarà smontata dopo il 9 ottobre.