venerdì 18 marzo 2011

La casa della pace















Questo edificio, fortemente voluto dal premio Nobel per la pace Shimon Peres e progettato da Massimiliano e Doriana Fuksas, da circa tre mesi, dopo 5 anni di lavori, si staglia solenne sul litorale di Jaffa a Tel Aviv. Peccato che la sua apertura al pubblico coincida con una nuova ondata di guerra. Fuksas, che ha iniziato a immaginarla 10 anni fa sognandola ad occhi aperti in un albergo di Firenze, la descrive come una patria per tutti i marinai e i naufraghi. Un luogo non virtuale ma reale, che come il mare che gli sta di fronte simboleggia il luogo di partenza e il luogo di arrivo. Vista dall'esterno la nuova costruzione di 6 piani è un parallelepipedo ottenuto dalla sovrapposizione di strati irregolari di cemento alternati ad altri di vetro traslucido. Fuori è liscia e compatta; dentro è scabra e irregolare. I pezzi, più di 800, sono tutti diversi tra loro e con la loro stratificazione simboleggiano la sovrapposizione di due popoli in lotta e le rispettive difficoltà.
A suggerire la speranza di pace intervengono la copertura vetrata e le fasce trasparenti portatrici di luce: elemento fondamentale alla comprensione dell’edificio. Di giorno, riverberato dall’acqua, il sole penetra attraverso le superfici vetrate segnando lo spazio interno; di notte la traslucenza dei bagliori interni rende il nuovo totem visibile in lontananza. L'edificio, quando avrà raggiunto la sua piena attività, ospiterà gli uffici del Centro Peres per la Pace, l'auditorium per rappresentazioni teatrali in arabo e in ebraico, una 'Biblioteca della pace', e l'archivio personale di Peres. Massimiliano Fuksas ha definito quest’opera una scatola magica. Sarebbe bello che lo fosse davvero e contribuisse a infondere sentimenti di pace. Ora più che mai.

1 commento:

Paola Rapari ha detto...

... un sogno sia il luogo che l'idea di base che ha ispirato coloro che l'hanno voluto....
Grazie di avercelo fatto conoscere...