lunedì 24 maggio 2010

Draquila l'Italia che trema

Questo fine settimana sono andata al cinema per vedere Draquila, film a tratti duro e sconvolgente, nulla di nuovo per chi è solito documentarsi su internet ma che mette i puntini sulle i, dando ordine alle informazioni con riferimenti allo stile di Moore che rendono accattivante la forma.
La visione di questo film si collega a quanto letto e cercato sulla ricostruzione, le televisioni ci danno notizie ben diverse da quello che è lo stato di fatto (la scoperta dell'acqua calda). In occasione del'anniversario del terremoto ci sono stati incontri, mostre e dibattiti, la presenza del quotidiano "L'Unità" e di Radio tre, con l'obiettivo di documentare la situazione ad un anno di distanza dando spazio ai cittadini. La città, compresa la periferia, è ancora vuota, abbandonata e puntellata, in alcuni casi anche da rifare. Le strade e le piazze sono occupate dalle macerie, dimostrando che in realtà nessuno si sia occupato dello smaltimento di materiali che avrebbero potuto essere lavorati in cave per essere poi riutilizzati. Molti sindaci di comuni e frazioni del circondario hanno puntato sulla collaborazione con le facoltà di Architettura di Roma, Camerino e Pescara, ma anche in questo caso manca un coordinamento tra le diverse iniziative. Per quanto riguarda le opere rimosse da chiese e palazzi la maggior parte giace nei depositi e l'iniziativa delle "adozioni" dei monumenti da parte dei paesi partecipanti al G8 non ha avuto grandi risultati. In pratica ai paesi partecipanti erano stati proposti 45 siti da restaurare, ma solo 14 opere sono state adottate, di alcune di queste è prevista solo la messa in sicurezza. Bertolaso non ha concesso ai francesi il permesso di lavorare con tecnici e imprese proprie al restauro della chiesa delle Anime Sante. L'8 aprile è stato inaugurato il "Laboratorio Urbanistico AQuila" promosso da Inu e dall' Associazione Nazionale Centri Storici Artistici, orientato all' elaborazione e alla discussione di idee progetti e metodi di pianificazione partecipata coinvolgendo i tecnici delle amministrazioni che hanno ricostruito le aree terremotate di Friuli, Marche, Umbria e Molise, gli specialisti dell'Inu e professionisti. Attualmente ci sono molte questioni su cui cittadini e non si interrogano, occorre aspettare sperando che la strada scelta sia solo quella del benessere della città e dei suoi abitanti. Nel frattempo la visione del film aiuta di certo a comprendere meglio ciò che c'è dietro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non vedo l'ora di andare a vederlo, fortuna che qualcuno in Italia a ancora degli occhi e non delle fette di salame, e fortuna che qualcuno sia stufo del MARCIO in qui viviamo e sopratutto di chi fà sembrare questo marcio oro.
Che tristezza.

Unknown ha detto...

credimi che si esce dalla sala disgustati e ripeto che molte cose, grazie ai vari Beppe Grillo o Santoro, si sanno già...