






Secondo me, i sandali sono meravigliosi
Cerchietti e fascette per capelli di broccato tempestato di cristalli e dettagli di metallo. Voi li indossereste?
Paolo Ferrari ha sviluppato il progetto 959, come l’anno in cui la VOLVO ha introdotto le cinte di sicurezza nell’abitacolo delle auto per la prima volta. Anche nel suo caso le borse sono il punto di partenza per ulteriori progetti che prevedono l’impiego dello stesso materiale per lampade, complementi di arredo e capi d’abbigliamento.
Questi sogni in parte diventano realtà nelle sale di un museo.
Il British Museum infatti dedica a Elsa Peretti una mostra per celebrare il suo sodalizio professionale di ben 35 anni con Tiffany. Trenta nuovi gioielli e oggetti per la casa della designer italo-americana, in mostra fino al 7 novembre.
Elsa Peretti è una donna eclettica che nasce a Firenze per poi spostarsi nella capitale per studiare e diplomarsi come interior designer, poi è la volta della Svizzera e di Barcellona dove diventa famosa come modella. Nel frattempo si diletta a disegnare fino a trovare la sua strada verso il successo: New York dove si reca nei primi anni Settanta. Saranno questi gli anni in cui lavorerà per grandi maestri, quali Oscar de la Renta, Giorgio di Sant’Angelo, Halston. Per quest’ultimo sarà contemporaneamente modella e designer dei gioielli per le sfilate e più tardi firmerà la bottiglia per profumo per Revlon. Nel 1974 Elsa Peretti comincia a lavorare per la più prestigiosa Maison di gioielli americana.
In esposizione ci saranno i bracciali in lacca, il pendente Open Heart, un cuore libero e asimmetrico preso al cappio dalla collana.
Il ciondolo Bottle in argento si ispira alla Portofino degli anni Sessanta quando le donne, nei loro vestiti di seta Pucci, si mostravano con una gardenia in mano. Per Elsa Peretti, l’innovazione di una piccola bottiglia in argento da tenere al collo a mò di vaso di fiori.
O ancora il candeliere Bone, ispirato alle decorazioni di un una chiesa Cappuccina del diciassettesimo secolo posizionata accanto ad un cimitero e decorata con ossa umane.
A tal proposito afferma “ Le ossa che fascino! Non macabro, ben inteso: ne amo la sinuosità e anche la forza”. I gioielli entreranno a far parte della collezione permanente del museo, accanto alle produzioni di Christopher Dresser, le posate Di Mackintosh…