A Brooklyn, nel quartiere di Williamsburg, nasce il primo edificio a basso impatto ambientale ibrido, cioè che ospita sia residenze private sia uffici, di New York City.
Progettato dall’architetto olandese Mark Helder, è una delle poche costruzioni di NY ad avere una facciata fotovoltaica integrata nell’architettonico. L’orientamento a sud del lotto e la sensibilità nord europea dell’architetto ai temi ambientali hanno contribuito a creare i presupposti per un edificio che sfrutta al meglio l’irraggiamento solare e le tecnologie esistenti per un’ottimizzazione dei consumi. Tutta la progettazione e il funzionamento della palazzina ruotano intorno alla facciata solare, che ha una potenza installata di 4 kW e provvede a coprire oltre il 50% dei consumi energetici. Consumi che vengono controllati anche grazie all’ausilio di diverse tecnologie, ben oltre il solare.
Un sistema a pavimento radiante connesso a una caldaia ad alta efficienza permette di ridurre la spesa per il riscaldamento, e viene reso più efficiente grazie alla coibentazione dello stesso pavimento e delle pareti che di notte fungono da massa termica, rilasciando il calore assorbito durante le ore diurne. Per quanto riguarda la ventilazione, invece, la posizione poco felice dell’edificio, a ridosso dell’autostrada, ha costretto l’architetto ad avvalersi di un sistema di ventilazione forzata, e non naturale, con potenza installata di 30 W. Oltre alla ricerca impiantistica, come in ogni edificio che intenda ottenere una certificazione Leed, attenzione è stata data a tutti gli interni, a partire dalle rifiniture fino alla scelta dell’arredamento. Vernici e colle sono naturali, certificate senza componenti organici volatili (Voc), gli infissi ad alta efficienza contribuiscono a un ulteriore risparmio sulla bolletta (circa il 40% rispetto a tradizionali finestre) e permettono di isolare acusticamente le aree che affacciano sulla strada. Il legno utilizzato per l’arredamento delle stanze da letto, del salone e delle scale è in parte riciclato e in parte certificato in quanto legno proveniente da arbusti di scarto, cioè deceduti naturalmente.
La scelta progettuale di Helder va oltre il concetto di sostenibilità inteso come risparmio energetico, ma vuole avere anche una forte funzione sociale e dimostrativa. La palazzina è ben visibile infatti lungo l’autostrada che collega Brooklyn a Manhattan, dove il traffico è sempre molto intenso e i guidatori inevitabilmente si chiedono se quel blu intenso e brillante siano proprio moduli fotovoltaici...
Inoltre un percorso interno dedicato ai nuovi acquirenti che intendano comprare/ affittare uno degli appartamenti o studio funge da elemento di sensibilizzazione e spiega le singole scelte ambientali. Il progetto di Helder quindi è diventato un punto di riferimento per molti, architetti e cittadini, che trovano un elemento di distinzione in quella fusione tra estetica e sostenibilità rara da vedere in contesti periferici come Williamsburg.
Progettato dall’architetto olandese Mark Helder, è una delle poche costruzioni di NY ad avere una facciata fotovoltaica integrata nell’architettonico. L’orientamento a sud del lotto e la sensibilità nord europea dell’architetto ai temi ambientali hanno contribuito a creare i presupposti per un edificio che sfrutta al meglio l’irraggiamento solare e le tecnologie esistenti per un’ottimizzazione dei consumi. Tutta la progettazione e il funzionamento della palazzina ruotano intorno alla facciata solare, che ha una potenza installata di 4 kW e provvede a coprire oltre il 50% dei consumi energetici. Consumi che vengono controllati anche grazie all’ausilio di diverse tecnologie, ben oltre il solare.
Un sistema a pavimento radiante connesso a una caldaia ad alta efficienza permette di ridurre la spesa per il riscaldamento, e viene reso più efficiente grazie alla coibentazione dello stesso pavimento e delle pareti che di notte fungono da massa termica, rilasciando il calore assorbito durante le ore diurne. Per quanto riguarda la ventilazione, invece, la posizione poco felice dell’edificio, a ridosso dell’autostrada, ha costretto l’architetto ad avvalersi di un sistema di ventilazione forzata, e non naturale, con potenza installata di 30 W. Oltre alla ricerca impiantistica, come in ogni edificio che intenda ottenere una certificazione Leed, attenzione è stata data a tutti gli interni, a partire dalle rifiniture fino alla scelta dell’arredamento. Vernici e colle sono naturali, certificate senza componenti organici volatili (Voc), gli infissi ad alta efficienza contribuiscono a un ulteriore risparmio sulla bolletta (circa il 40% rispetto a tradizionali finestre) e permettono di isolare acusticamente le aree che affacciano sulla strada. Il legno utilizzato per l’arredamento delle stanze da letto, del salone e delle scale è in parte riciclato e in parte certificato in quanto legno proveniente da arbusti di scarto, cioè deceduti naturalmente.
La scelta progettuale di Helder va oltre il concetto di sostenibilità inteso come risparmio energetico, ma vuole avere anche una forte funzione sociale e dimostrativa. La palazzina è ben visibile infatti lungo l’autostrada che collega Brooklyn a Manhattan, dove il traffico è sempre molto intenso e i guidatori inevitabilmente si chiedono se quel blu intenso e brillante siano proprio moduli fotovoltaici...
Inoltre un percorso interno dedicato ai nuovi acquirenti che intendano comprare/ affittare uno degli appartamenti o studio funge da elemento di sensibilizzazione e spiega le singole scelte ambientali. Il progetto di Helder quindi è diventato un punto di riferimento per molti, architetti e cittadini, che trovano un elemento di distinzione in quella fusione tra estetica e sostenibilità rara da vedere in contesti periferici come Williamsburg.
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