La Maritime youth house, costruita nel porto di Copenhagen, è un esempio molto significativo della filosofia dei due progettisti, Bjarke Ingels e Julien De Smedt. Lo studio danese PLOT, da loro fondato nel 2001, è stato chiuso nel 2006 dopo cinque anni di fruttuosa collaborazione per ricreare due nuove società di progettazione: JDS architects e BIG - Bjarke Ingels Group. I due partner, pur lavorando separatamente, continuano a supervisionare insieme alcuni progetti di architettura e design. Le loro architetture nascono da un processo alchemico i cui ingredienti fondamentali sono le funzioni convenzionali, come vivere, lavorare, parcheggiare e comprare, rielaborate secondo tre livelli: sociale, economico ed ecologico. Come racconta Julien De Smedt: «pensiamo sempre a tutti i tipi di persone che potrebbero trarre beneficio dal nostro lavoro, poi inseriamo questi dati nel programma della committenza, perché esigenze contrastanti ti costringono ad andare oltre a ciò che normalmente faresti, a fare in modo che il sito si apra a possibilità inaspettate». Il loro lavoro, quindi, prende forma a partire da una trama di esigenze sociali, per arrivare a delineare una soluzione architettonica che, a sua volta, sia in grado di generare nuove occasioni di incontro e di aggregazione. Fino a cento anni fa, l'area su cui sorge la Maritime Youth House faceva parte della zona industriale a est della città, in origine passava lì un canale di scolo di acque inquinate verso il mare. A partire dagli anni '20, venne usata come area ricreativa e, successivamente, fu trasformata in parco pubblico. Alla fine degli anni '90, in seguito alla richiesta da parte della popolazione, la municipalità di Copenhagen decide di pianificare la costruzione sul mare di una struttura a uso pubblico che potesse ospitare un centro ricreativo per i bambini insieme alla sezione giovanile del club nautico Sundbay e, nel 2002, indice un concorso di idee a inviti in cui la proposta dello studio PLOT risulta vincente. Nel descrivere la nascita del loro progetto, gli architetti stessi fanno notare che «un terzo del budget era destinato alla bonifica del suolo inquinato. Coprendo il sito con una pavimentazione di legno sollevata dal suolo, si è potuto lasciare il terreno dov'era e investire i fondi risparmiati per la bonifica nella costruzione dell'edificio».Le esigenze funzionali nascevano da due tipologie di utenze molto diverse e conflittuali: un club nautico e un centro giovanile per il doposcuola e il gioco di ragazzi con problemi familiari. Il centro giovanile richiedeva uno spazio aperto per il gioco, oltre ad alcuni ambienti coperti; il club nautico aveva la necessità di destinare la maggior parte dello spazio al rimessaggio delle barche, senza interferenze da parte di utenti esterni. Gli architetti, lungi dal farsi intimorire da quello che poteva apparire un problema senza soluzione, trovano la forza e la coerenza del progetto proprio dalla tensione tra le due diverse richieste; «due gruppi che agiscono in senso contrastante creano un design aperto» dice Bjarke Ingels. Il “design aperto” prende così forma con una sorta di grande onda di legno, sotto la quale trovano riparo le barche e dove sono sistemati i locali comuni per il centro giovanile. Una grande terrazza si solleva sinuosamente verso l'entroterra, scende a creare un cortile aperto e si incurva verso il mare, diventando una piattaforma con vista sul porto: non un edificio o una struttura, ma un paesaggio artificiale creato da legno, calcestruzzo e acciaio e animato dal movimento delle barche che escono dal porto e dalle voci dei bambini che giocano sopra il grande carapace di legno. Nell'edificio a ovest, rivolto verso la strada di accesso, trovano spazio gli ambienti di servizio del centro giovanile: deposito delle barche, spogliatoi, il laboratorio e una cucina. Tutti gli ambienti sono in diretta comunicazione con l'esterno attraverso grandi porte finestre che si aprono verso il rimessaggio delle barche e la corte interna in base alla loro destinazione d'uso.Il corpo a L a ridosso della costa è utilizzato sia dal club nautico che dal centro giovanile: al club nautico è destinato un ambiente aperto verso il porto, mentre la grande sala comune viene usata dai ragazzi del centro giovanile come ambiente polifunzionale. Anche qui, gli spazi si aprono verso l'esterno con grandi porte finestre e le pareti vetrate regalano una vista continua verso il mare. Il pontile di attracco si trova nei pressi dell'accesso dalla strada per consentirne l'uso da parte dei membri del club senza attraversare il cortile comune. Le barche vengono stivate al di sotto della terrazza di legno e all'aperto, vicino all'ingresso. La copertura di entrambi gli edifici è un grande pavimento rivestito di doghe di legno che si curva verso il basso con rampe e scale, trasformando il tetto in un tutt'uno con il pavimento del cortile interno. La struttura portante è di calcestruzzo armato con rivestimento di pannelli di alluminio. L'interno è molto semplice: nel corpo a L, la scelta dei materiali e lo studio dei dettagli sono più affinati che nella parte destinata a laboratorio e magazzino, i pavimenti sono in getto di calcestruzzo bianco di Alborg, lisciato e impastato con inerti bianchi. Nel laboratorio, invece, il pavimento è un semplice getto di calcestruzzo grigio. Come i progettisti stessi spiegano, «l'uso di materiali duri all'interno riesce a contrastare con il legno della terrazza, al contrario di quello che si fa comunemente (interno di legno, calcestruzzo e asfalto all'esterno). Questa scelta riflette il predominio delle attività all'aperto del centro giovanile». Il progetto della Maritime Youth House, mediante le scelte tecnologiche e lo studio di forme e materiali, riesce a: guidare e trasformare in architettura le energie e le intenzioni presenti nelle forze sociali, politiche e commerciali della città, formulare una trama che unisca questi elementi per restituire alla collettività una forma, un paesaggio, un luogo aperto a nuove possibilità.
L'onda di legno è una struttura sinuosa, in cui il pavimento della terrazza e la copertura dei due blocchi divengono un unico percorso verso il mare, riesce a far convivere due funzioni in larga misura divergenti. Le modalità costruttive sono semplici: a solette di calcestruzzo armato, lasciate a vista negli ambienti interni, vengono sovrapposti opportuni strati isolanti e una pavimentazione soprelevata di listoni di legno di Massaranduba. Le doghe sono agganciate a una sottostruttura metallica e piedini regolabili di acciaio permettono alla finitura superiore di adattarsi alle pendenze richieste. Con lo stesso materiale è rivestita anche la fascia di coronamento nella parte superiore della facciata che serve a mimetizzare l'illuminazione esterna.Una ringhiera di acciaio inossidabile profila tutte le parti esterne e le rende atte a essere utilizzate interamente; è composta da telai con montanti piatti, corrimani di profili tubolari e da una pannellatura di rete d'acciaio a maglia romboidale fissata meccanicamente ai montanti con viti e tiranti. L'interno, data anche la funzione che ospita, è rifinito solo con calcestruzzo bianco di Alborg, lisciato e impastato con inerti bianchi, le pareti sono intonacate e verniciate. I serramenti sono di alluminio, posizionati sul filo esterno e posti in opera al di sotto del livello del pavimento per accentuare la continuità della facciata di vetro. Uno scuretto lungo tutte le pareti perimetrali enfatizza poi il contrasto fra il legno a terra e le superfici verticali trasparenti.
2 commenti:
wow! amazing house.
Yaryy.
Che descrizione, complimenti !
È sempre istruttivo passare sul tuo blog, grazie davvero !
Bello il risultato comunque, ha qualcosa di molto 'reale' che lo rende ancora piu bello...
Posta un commento