Durante la campagna elettorale del 2008 Gianni Alemanno arrivò a definirla «uno sfregio» per la città, promettendo il suo abbattimento una volta eletto sindaco. Poi, divenuto primo cittadino di Roma, propose di smontarla e trasportarla in periferia, previo referendum tra i cittadini. E' di pochi giorni fa la notizia di un compromesso fra Alemanno e Meier. Massimiliano Fuksas promuove l'idea «di liberare l'area togliendo quel muro che oggi impedisce il dialogo tra la città e il fiume». Il "muretto della discordia" che oggi separa l'Ara Pacis dal lungotevere sarà abbattuto, l'area pedonalizzata e sarà creato un parco verde sotto il quale passerà una via di scorrimento e sarà realizzato un parcheggio sotterraneo per 300 posti auto. Un progetto di riassetto urbanistico della zona che già era stato presentato a Walter Veltroni per una realizzazione in project financing dalla Maire (la società che ha realizzato la teca di Meier) e che poi era finito nei cassetti. L'archistar americana ha commentato: «Se avessi saputo che l'area si poteva pedonalizzare, quel muretto non lo avrei mai fatto».
2 commenti:
È comunque demenziale vedere quel ... di sindaco occuparsi di questo con tutto quello che c'è da fare a Roma... oltretutto il muretto è pure bello...
Penso che già la proposta iniziale di spostare la teca in periferia fosse folle nonchè l'aver definito l'edificio "uno sfregio per la città". Follia pura
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