Questa casa a Busto Arsizio è stata ricavata dalla ristrutturazione di un ex edificio industriale, il soggiorno e l’area pranzo occupano il piano terra mentre le stanze dei bambini trovano posto al livello superiore, ottenuto da uno sfruttamento ottimale dell’altezza. I confini tra gli spazi, dove esistono, sono fluidi e mai troppo marcati, nel primo caso, mentre la separazione tra interno e esterno è affidata alle trasparenze delle vetrate. Per la zona notte invece non si rinuncia a porte e pareti, in favore della privacy.
Rigore geometrico e attenzione per i dettagli sono le due linee guida del progetto ad opera dello studio Buratti+Battiston Architects, fondato nel 1991 da Gabriele e Oscar Buratti e Ivano Battison.
L'edificio è un’ex fabbrica tessile degli anni cinquanta che ancora mostra i segni del suo passato industriale è stata trasformata in una scenografica abitazione monofamiliare. La struttura dell’edificio è definita da una pianta rettangolare e da un doppio tetto a padiglione che si traduce in uno spazio centrale estremamente alto. La superficie totale è di 630 mq. Per soddisfare la richiesta dei proprietari di casa di avere interni luminosi, gli architetti hanno scelto di demolire una delle due coperture a padiglione per ricavare una corte interna. Da questa operazione è risultato un patio centrale di circa 200 mq, pensato come fulcro della vita all’aperto, impreziosita dalla piscina.
Il bianco, lucido e patinato, è il tono che caratterizza gli interni, spezzato solo da alcuni punti di colore sapientemente posizionati allo scopo di delimitare e connotare le diverse aree. La neutralità del colore diventa così lo scenario ideale per mostrare l’ampia collezione di pezzi di design. Verner Panton, Gaetano Pesce, gli Eames, Castiglioni, Breuer. I pezzi classici si alternano ad arredi realizzati su misura, lasciando al design un ruolo da protagonista.
Rigore geometrico e attenzione per i dettagli sono le due linee guida del progetto ad opera dello studio Buratti+Battiston Architects, fondato nel 1991 da Gabriele e Oscar Buratti e Ivano Battison.
L'edificio è un’ex fabbrica tessile degli anni cinquanta che ancora mostra i segni del suo passato industriale è stata trasformata in una scenografica abitazione monofamiliare. La struttura dell’edificio è definita da una pianta rettangolare e da un doppio tetto a padiglione che si traduce in uno spazio centrale estremamente alto. La superficie totale è di 630 mq. Per soddisfare la richiesta dei proprietari di casa di avere interni luminosi, gli architetti hanno scelto di demolire una delle due coperture a padiglione per ricavare una corte interna. Da questa operazione è risultato un patio centrale di circa 200 mq, pensato come fulcro della vita all’aperto, impreziosita dalla piscina.
Il bianco, lucido e patinato, è il tono che caratterizza gli interni, spezzato solo da alcuni punti di colore sapientemente posizionati allo scopo di delimitare e connotare le diverse aree. La neutralità del colore diventa così lo scenario ideale per mostrare l’ampia collezione di pezzi di design. Verner Panton, Gaetano Pesce, gli Eames, Castiglioni, Breuer. I pezzi classici si alternano ad arredi realizzati su misura, lasciando al design un ruolo da protagonista.
3 commenti:
... una casa così sarebbe proprio un sogno!!!
Favolosa!!!
eh magari... onestamente guardando le varie foto ho continui colpi di fulmine :)
Recuperare un vecchio edificio è molto eco-friendly! Inoltre il fascino di abitare un luogo che prima era tutt'altro è impagabile!
Un bel sogno nel cassetto...
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